Che dire di Tokyo?
Innanzi tutto vorrei parlare del primo impatto al gate di Francoforte in attesa del dell’ A380.
L’impressione di essere fisicamente diverso dalla maggioranza è forte e non l’avevo mai provata prima. Pochi, pochissimi i non asiatici e li per li ti senti il diverso e osservato in quella montagna nipponica, la cosa poi passa e non ci fai quasi più caso ma continui a sentirti sempre molti sguardi curiosi addosso quasi invadessi il loro mondo. I turisti che ho incontrato in questo viaggio sono stati pochissimi, non so se fosse dovuto al timore delle radiazioni o cosa.
Adesso ero nel loro mondo e dovevo avere il massimo rispetto.
Ho deciso di basarmi su questa guida preparandomi molto a casa visto che per la prima volta mi sarei trovato solo in un paese così lontano.
E’ piovuto, in certi momenti molto ma è stata una fortuna, gli ultimi giorni quando è uscito il sole ho davvero capito che questo non è il periodo giusto per il Giappone, l’umidità era davvero pazzesca già al mattino presto.
A parte tutto mi ha colpito il senso civico che si respira in questo paese, non so come spiegarlo ma qui hai la sensazione che se ti cadesse a terra il portafoglio mai nessuno oserebbe rubartelo.
Stupiscono gesti come quando una massa di gente in arrivo alla scala mobile si sposta meccanicamente sulla sinistra per far passare chi ha più fretta, e i segni sulle scale per i diversi flussi di gente o gli inchini fatti all’apertura dei locali e la gentilezza di chi vi lavora. Velocità precisione, cordialità estrema da sembrare alle volte esagerata, in qualsiasi posto tu vada a spendere qualche soldo.
E che dire dei fantomatici water automatici multifunzione, gli alberghi veramente dotati di tutto e pulitissimi.
Il mio timore era la famigerata stazione di Shinjuku mia prima meta e l’impatto ragazzi è stato forte, una massa nipponica in fermento, una caterva di cartelli apparentemente senza senso, l’impressione che tutti sapessero dove andare. Non bisogna farsi prendere dal panico ed entrare lentamente in sintonia, andare avanti per obiettivi.
Qui i varchi delle metro sono aperti e si chiudono solo se non hai il biglietto in regola. Ci sono poi i mitici omini, li trovi ovunque con le loro palette luminose, nelle stazioni come nei cantieri stradali, imperterriti anche sotto la pioggia. La cosa che impressiona è l’apparente soddisfazione che hanno stampata sul volto, sembrano godere nell’essere diligenti, un italiano sotto la pioggia impalato a far attraversare i pochi pedoni di una via secondaria me lo vedrei svogliato stanco, ma loro no, scattano come molle, si inchinano sorridono parlano da soli compiaciuti anche dopo che ti sei allontanato.
Trovare dei cassonetti a Tokyo è impresa ardua, capita spesso di girare con bottiglie vuote o carta in mano senza sapere dove gettarla, se ne trovano solo ai distributori automatici o nei locali. Qui mangiare mentre si cammina sembra sia una cosa da non fare, ci si ferma magari contro i muri quasi vergognandosi di mangiare per strada, ci sono poi aree fumatori con appositi posacenere dove ci si raggruppa all’aria aperta.
Bellissimi poi i panorami, in particolare dallo Sky Deck di Rappongi-Hill (raggiungibile con modico upgrade di biglietto del Tokyo View), una piattaforma all’aperto aperta fino a notte per gustarsi il tramonto sulla città.
Nei parchi al contrario di New York non ho visto quasi nessuno correre o portare a spasso i cani e il rumore di cicale è davvero assordante.
Nella metro gli sguardi sono bassi o rivolti sui cellulari ma non ho mai visto nessuno parlare al telefonino, cosa spippolino non lo so ma molti giocano da cosa ho visto.
Parliamo poi del mondo dei fumetti, ci sono palazzi con piani e piani di fumetti manga dove orde di nipponici consultano freneticamente le ultime uscite, per non parlare dei pupazzi manga. Vedevo distinti cinquanta sessantenni in giacca e cravatta frugare fra queste riproduzioni con interesse morboso.
Quello che per noi magari sono solo giochi per i nostri figli li sono qualcosa di più, qualcosa da rispettare e profondamente radicato dentro la loro società.
Certe vie avevano più negozi e negozietti in cento metri che in un quartiere della mia città, ma quello che colpisce è la Shibuya, Shinjuku, Akihabara o la mitica Takeshita Dori si crea un mix di luci suoni colori in una marea di gente che è davvero una carica esplosiva.
Altra cosa imperdibile e che mi piace molto sono i mercati, come quello adiacente allo Tsukiji market o Ameyoko è bellissimo tuffarsi in questo mare di spezie alghe pesci mai visti prima confezionati nei modi più strani.
Le ragazze poi sempre con quei gonnellini e le calze fino al polpaccio.
Curioso il ruolo degli uomini di colore, li trovi solo in zone come il Kabukichō (quartiere noto per i quartierini a luci rosse) o in zone comunque affollate, intenti a tampinare i passanti (anche in modo molto invadente) per proporgli questa o quella signorina, non ne ho trovati altri in 8 giorni.
Ho visto poi centri commerciali smisurati di dieci piani e più una quantità immensa di roba, con commessi superefficenti tanto da sembrare sotto stupefacenti (se li confronto ai nostrani..) anche se i prezzi non erano del tutto convenienti.
Davvero ottimo poi il cibo di strada vario e saporito e comodissimi i supermercatini tipo i 7-Eleven sempre aperti e che hanno di tutto a qualsiasi ora (e te lo scaldano pure facendoti mille ringraziamenti).
Insomma, gli abitanti di Tokyo mi hanno lasciato una impressione di gente molto ordinata, educata ed efficiente anche se forse un po troppo frenetica e repressa.
Adesso quando rivedrò quei gruppi di giapponesi in file ordinate che fotografano le opere d’arte della mia città li sentirò più vicini 🙂
Paolo says
Ciao interessante questo viaggio anche se mi sembra di aver capito che è facile perdersi poi se eri solo etc etc…ma parlano inglese i giapponesi o solo alcuni ? i mezzi di trasporto albergo e cibo sono cari ? ci sono indicazioni stradali etc in inglese ? dalle foto ho visto alcuni cartelli in inglese ma sono tutti così ? Ciao !
fabrixx says
Allora, i Giapponesi parlano molto poco l’inglese, occorre arrangiarsi un po, c’è una metro che porta ovunque, puoi fare la Suica card che è comoda perché con un unica carta ricaricabile hai accesso a praticamente tutte le stazioni di Tokyo sia della metro che dei treni JR e basta avvicinarla al lettore per avere via libera, ma consiglio di valutare se fare il giornaliero a 320 (bisogna in questo caso valutare la compagnia) perché alle volte si spende davvero molto più di quella cifra.
Le indicazioni scritte e vocali nella metro sono anche in inglese ma tipo per il cibo alle volte è un salto nel buio.
Una cosa importante è che le strade difatto non hanno nome (a parte qualcuna più grande) ma sono organizzate in zone e sotto zone a cui corrispondono numeri, la mia paura era questa ma poi vedi che ogni poco ci sono mappe dettagliatissime che ti dicono dove sei e non ci sono problemi (a parte la stazione di Shinjuku che non sono riuscito ad aggirare da fuori talmente è vasta e tentacolare, pare non avere una forma precisa).
Gli alberghi sono ordinatissimi attrezzati e pulitissimi, poi non so se sia il periodo ma 40 euro a notte per Shinjuku mi sembrano pochi vista la zona e l’albergo.
Il cambio non è molto conveniente, al cambio i prezzi mi sembravano pressappoco uguali a quelli che trovo qui, certo c’è molta più roba., specialmente in questi mega centri commerciali.
Ciauuu
Paolo says
ok , grazie per delucidazioni. Ciao !